lunedì 20 giugno 2011

Lamina di rame addicted

I mesi sono passati e io ho continuato a creare, applicandomi al meglio delle possibilità nella tecnica del wire wrapping,
Le unghie sono un vago ricordo, ma la cosa non mi sconvolge.

Il rame è diventato un compagno di viaggio, compagno fedele e quotidianamente presente.
Le unghie sono un vago ricordo, ma la cosa non mi sconvolge.

Ho osservato su Internet, nei blogs, su facebook un proliferare di gioielli creati con la lamina di rame e ho deciso di provarci anch'io.
Ho fatto acquisti su Etsy ed ho atteso pazientemente l'arrivo delle mie lamine.
Ma 3 settimane sono tante, troppe per chi, come me, ha fretta di provare e sperimentare.
Allora ho sguinzagliato mio marito, che da un lattoniere ha acquistato lamine e forbici da lattoniere, appunto.


Dunque, partiamo dal presupposto che le forbici sono mostruosamente grandi e mostruosamente pesanti e che maneggiarle è un'impresa titanica. Aggiungiamoci che gli spessori che ha trovato sono poco lavorabili.
Ma terminiamo dicendo che è stato troppo bello sperimentare, martellare, tagliare, piegare, modellare.
Gli orecchini che vedete sono nati in quei giorni; ma ho creato anche collane, più o meno grandi, più o meno lavorate.




Mi entusiasma anche la fase dell'ossidazione.
Utilizzo principalmente il fuoco, il fornello di casa (il cannello ha terminato il gas e comunque trovo molto più comodo farlo in cucina, mentre sto preparando la cena).
Lascio il pezzo a lungo sul fuoco, quasi a farlo diventare nero.
Poi mi diverto a buttarlo sotto l'acqua corrente fredda: l'ossidazione scivola via in maniera disordinata e ogni volta si ottengono sfumature diverse ed imprevedibili.
L'ultima fase è quella del Dremel: col trapano freso, buco, lucido.

Nonostante tutto le unghie sono un vago ricordo, ma la cosa non mi sconvolge: ho messo lo smalto sui piedi :-)












POST SCRIPTUM: 
prima di salutarvi voglio segnalarvi un articolo che parla di me e della mia passione.
E' stato pubblicato su Likepicasso, il magazine di Blomming.
E se volete inorridire, tra le foto c'è anche quella del mio angolo di lavoro.
L'articolo si intitola ChezBobo C'est la folie e lo trovate qui.

domenica 19 giugno 2011

Dico la mia


"Dico la mia - parole in libertà" nasce come luogo di incontro per creativi e non, dove è possibile confrontarsi, scambiarsi opinioni e informazioni, cercare e condividere esperienze.

Dove?
Su Facebook, esattamente qui.

Da quando?
Da oggi, domenica 19/06/2011

Chi l'ha creato?
Roberta
Ilaria
Io

Perchè?
Per avere un luogo di aggregazione e condivisione comune, che potesse interessare tanto il creativo quanto il cliente.

Abbiamo aperto oggi con una serie di link interessanti:



Questi sono solo alcuni degli argomenti trattati.
Stiamo raccogliendo consensi dal popolo di Facebook.
Inizieremo presto con nuove discussioni relative ai problemi quotidiani legati alla creatività.
Hai voglia di essere dei nostri?
Sei Il benvenuto!

sabato 18 giugno 2011

ChezBobo, la blogger, è tornata!

Buongiorno a tutti!
Benritrovate a voi, benritrovata a me!
Blog con vestitino nuovo, tante idee, tante novità e tante arrabbiature nuove (perchè altrimenti la monotonia uccide, giusto??!!)
Mi sono presa una pausa di riflessione; ho abbandonato il blog per mesi, ma adesso lo riapro con una nota che ho proposto su Facebook e rappresenta la fase finale di una vicenda che ha tenuto banco in questi giorni.
Ne parleremo.
Per ora partiamo dalla fine e discutiamone!

Prendo spunto da un'osservazione interessante che ha fatto ieri Monilia Jewels.
Abbiamo tutte più o meno urlato allo scandalo quando si è diffusa la notizia che una
certa Laura de "la boutique del bijoux" ha sottratto foto, articoli di blog, giochi a premi,
grafiche di altre creative, di riviste del settore, addirittura di Vintaj Brass.

Ha fatto incetta di ciò che maggiormente le interessava e su questa base del tutto fittizia ha riempito i suoi blogs,
i suoi negozi online e la sua pagina di Facebook.

Per una creativa fa un certo effetto vedere le "sue" cose con la firma di un'altra; non si può parlare di un dejàvu,
ma di un vero, piccolo, attacco di cuore e salivazione azzerata.

Il resto è cronaca: segnalazioni, commenti, negozi che si chiudono e pagine incriminate che spariscono.

Le creative, in questo senso, sono molto esposte; il furto di foto e la violazione della proprietà intellettuale
non sono una novità.
Ma in effetti il danno maggiore non arriva dal furto in sè, perchè di furto si tratta - non raccontiamoci favolette - quanto piuttosto
dalla perdita di credibilità che questi episodi provocano.

Perdita di credibilità che danneggia tanto la creativa quanto il cliente.
Il cliente è sfiduciato; la creativa si sente additata.

Fortunatamente questi sono solo episodi sporadici, ma comunque in grado di inficiare potenziali rapporti fiduciari futuri.
Il consiglio è quello di isolare queste persone, segnalare i loro blogs e le loro pagine, i loro negozi, pubblicizzare e condividere
tutte le violazioni.
Se questa Laura avesse effettivamente venduto i gioielli che spacciava per suoi, avrebbe attribuito alle Poste lo smarrimento del pacco
e voi, clienti, sareste state vittime di una truffa in piena regola.
Non a caso Artesanum, quest'oggi, le ha cancellato il negozio: grazie alle segnalazioni che abbiamo e che avete fatto.
Non abbiate timore di denunciare: il danno maggiore l'avreste avuto voi, non dimentichiamolo.


E se il discorso "copia", in tutte le sue sfumature, ti interessa, ti segnalo il blog di Roberta Gramazio (Unoperuno), dove se ne sta parlando in questi giorni. Il post lo trovi qui.
E Roberta sta collaborando con IlaFabila: qui il suo post.
E io spero di poter collaborare con loro  :-))

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